Nella seduta di mercoledì 20 dicembre 2017, l’Assemblea ha approvato a maggioranza assoluta, secondo la procedura prevista dall’art. 167 del Regolamento, la proposta di riforma organica del Regolamento del Senato (Doc. II, n. 38), di iniziativa della Giunta per il Regolamento.
La modifica mira a ottimizzare il procedimento di decisione parlamentare ed è basata su tre linee principali di intervento: composizione dei Gruppi parlamentari basata sul principio della loro tendenziale corrispondenza con i partiti politici; valorizzazione dell’attività delle Commissioni; semplificazione e razionalizzazione dei lavori.
Nel dettaglio, l’aspetto che più interessa alla nostra associazione riguarda la modifica relativa alle modalità di trattazione dei disegni di legge di iniziativa popolare previsti dall’art.71 della Costituzione e la cui presentazione è disciplinata dagli artt. 48 e 49 legge 352/1970. In particolare, con l’art.3, comma 1, lettera e) della riforma è stato introdotto un comma all’art.74 del Regolamento che prevede una corsia preferenziale per la trattazione dei disegni di legge di iniziativa popolare.
La riforma organica del Regolamento del Senato è stata pubbliacta nella Gazzetta Ufficiale (18A00362) Serie Generale n.15 del 19-01-2018 ed entrerà in vigore a decorrere dalla XVIII legislatura.
Con riferimento alle modificazioni all’art. 74, Roberto Calderoli (Misto) ha scritto nella relazione della proposta di modifica:
“Altre disposizioni di semplificazione e razionalizzazione sono dirette a garantire una corsia preferenziale, mediante inserimento di diritto nel calendario dei lavori stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, per alcune tipologie di atti. L’esame dei disegni di legge d’iniziativa popolare dovrà essere concluso entro tre mesi dall’assegnazione. Decorso tale termine, il disegno di legge è infatti iscritto d’ufficio nel calendario dei lavori dell’Assemblea e la discussione si svolge nel testo dei proponenti, senza che sia possibile avanzare questioni incidentali”.
L’articolo 74 (Disegni di legge d’iniziativa popolare e disegni di legge d’iniziativa dei Consigli regionali) del Regolamento del Senato è quindi aggiornato come segue (in rossa l’integrazione):
1. Quando un disegno di legge di iniziativa popolare è presentato al Senato, il Presidente, prima di darne annuncio all’Assemblea, dispone la verifica e il computo delle firme degli elettori proponenti, al fine di accertare la regolarità della proposta.
2. Per i disegni di legge di iniziativa popolare presentati nella precedente legislatura non è necessaria la ripresentazione. Essi, all’inizio della nuova legislatura, sono nuovamente assegnati alle Commissioni e seguono la procedura normale, salva l’applicabilità, nei primi sette mesi, delle disposizioni dell’articolo 81.
3. Le competenti Commissioni debbono iniziare l’esame dei disegni di legge d’iniziativa popolare ad esse assegnati entro e non oltre un mese dal deferimento. È consentita l’audizione di un rappresentante dei proponenti designato dai primi dieci firmatari del disegno di legge. L’esame in Commissione deve essere concluso entro tre mesi dall’assegnazione. Decorso tale termine, il disegno di legge è iscritto d’ufficio nel calendario dei lavori dell’Assemblea. In tale caso, la discussione si svolge sul testo dei proponenti, senza che sia possibile avanzare questioni incidentali, fatto salvo quanto previsto all’articolo 93, comma 1, secondo periodo.
4. I termini previsti dal comma 3 si applicano anche ai disegni di legge presentati dai Consigli regionali ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione. È consentita l’audizione di un rappresentante del Consiglio regionale proponente.
Nel discussione generale delle sedute del 19 dicembre e del 20 dicembre 2017 si segnalano i seguenti interventi:
19 dicembre – Vito Crimi (M5S). Signor Presidente, mi rivolgo in particolare ai cittadini, che sono fuori di quest’Aula per annunciare che cosa succederà se dovesse passare questa modifica del Regolamento, grazie anche al contributo che abbiamo dato: una svolta a nostro avviso epocale, che prevede che finalmente le leggi di iniziativa popolare non saranno più insabbiate, non saranno più abbandonate nei cassetti stantii del Senato, com’è successo per la legge Parlamento pulito, com’è successo per la legge sull’acqua pubblica, leggi che sono state letteralmente abbandonate nelle Commissioni e mai discusse.
Questa riforma del Regolamento prevede che tutte le leggi di iniziativa popolare, entro tre mesi, debbano essere portate in Assemblea, il loro lavoro deve essere concluso e portato ad un voto e se le Commissioni non sono in grado di modificarlo e di elaborare un nuovo testo, è il testo proposto dai cittadini che deve essere portato al voto dell’Assemblea.
Questa è una riforma a nostro avviso epocale. È una delle questioni sulle quali ci siamo battuti fin dal 2007, fin da quando abbiamo cominciato questa battaglia. Noi siamo nati con quel V-Day, con le leggi di iniziativa popolare per avere un Parlamento privo di condannati. Ecco, quel Parlamento privo di condannati era previsto nel testo di legge di iniziativa popolare: venne Beppe Grillo a portare il testo qui, a suo tempo. Sono passate due legislature – due legislature! – e la Commissione ha svolto lavori infiniti, audizioni su audizioni, per non arrivare a nulla e dopo due legislature quel disegno di legge è andato su un binario morto. Se questa riforma del Regolamento passerà, questa sarà la prima rivoluzione. Ma ce ne saranno tante altre, perché tante altre siamo riusciti, anche con il nostro contributo, a introdurre. […]
19 dicembre – Francesco Russo (PD). […] Vorrei infine richiamare le innovazioni che ricordano anch’esse il dibattito svolto negli anni scorsi sulla Costituzione e su alcuni aspetti della riforma che mi sembra in molti abbiamo condiviso. Mi riferisco in particolare alla possibilità di garantire una corsia preferenziale ad alcune tipologie di atti, in particolare se presentati da minoranze qualificate, che vengono così garantite rispetto alla possibilità di vedere discusse le proprie proposte.
In particolare vorrei però citare un istituto di democrazia diretta che in qualche modo già provammo ad inserire nella riforma sottoposta a referendum lo scorso 4 dicembre. Grazie al nuovo Regolamento, l’esame dei disegni di legge d’iniziativa popolare dovrà essere concluso entro tre mesi dall’assegnazione e qualora questo tempo passasse inutilmente la proposta sarà iscritta d’ufficio nel calendario dei lavori dell’Assemblea sulla base del testo dei proponenti. Infatti, in un tempo in cui tutti noi siamo impegnati a riavvicinare i cittadini alle istituzioni, a favorire nuovi strumenti di partecipazione che rilancino la nostra democrazia rappresentativa e diano un accesso più diretto al processo legislativo, lasciatemi dire che questa scelta condivisa fa bene a tutti e spero sia tra le cose che insieme rivendicheremo, anche per segnalare agli italiani che la politica e il Parlamento sono decisamente migliori di come, non solo una certa vulgata qualunquista, ma anche noi talora siamo tentati di dipingere, magari per una piccola polemica di parte.
Care colleghe e cari colleghi, è davvero un bel segnale concludere questa legislatura con un atto condiviso da tutti i partiti di quest’Assemblea. Siamo certi sarà di stimolo anche alla Camera dei deputati, perché – e vogliamo ribadirlo con il nostro voto – se il Parlamento saprà ritrovare ulteriore efficienza e trasparenza, e con esse una nuova autorevolezza, anche il Paese recupererà un motore di democrazia e di cambiamento attorno al quale riunire le migliori energie e passioni degli italiani, per vincere insieme le sfide straordinarie che attendono tutti noi nei prossimi anni. (Applausi dal Gruppo PD).
20 dicembre – Maurizio Buccarella (M5S). […] Salutiamo quelli che dal nostro punto di vista sono stati i risultati di maggior rilievo, quelli che sono nel DNA del Movimento 5 Stelle da quando ci siamo affacciati in questa prestigiosa istituzione. Mi riferisco, innanzitutto, all’obbligatorietà dell’esame dei disegni di legge di iniziativa popolare. Già negli emendamenti dei miei colleghi nel 2014 questo era un argomento molto sentito e proposto che appartiene alla storia e alla sensibilità del Movimento e non possiamo che salutare con favore il principio secondo cui l’esame dei disegni di legge di iniziativa popolare, dopo che almeno 50.000 cittadini hanno raccolto le firme per una legge, debba essere finalmente esaminato dal Senato in un periodo temporale ben determinato, che è di tre mesi. Questa è una risposta che iniziamo a dare ai cittadini rispetto agli impegni che anche noi avevamo assunto. […]