In riferimento all’accessibilità al sistema informatico del Comune, con il parere espresso dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi nella seduta del 3 febbraio 2009 su istanza di un consigliere comunale, si affermava che il ricorso a supporti magnetici o l’accesso diretto al sistema informatico interno dell’Ente, ove operante, sono strumenti di accesso certamente consentiti al consigliere comunale che favorirebbero la tempestiva acquisizione delle informazioni richieste senza aggravare l’ordinaria attività amministrativa.
Nel parere reso nella seduta del 19 gennaio 2015, la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi ribadiva che in relazione all’accesso diretto del consigliere ai sistemi informatici tramite password, va ritenuto legittimo l’accesso diretto al registro di protocollo generale dell’amministrazione locale al fine di disporre delle informazioni e delle notizie utili all’espletamento del mandato. Specificava inoltre che non è ravvisabile la possibilità di alcuna esclusione in relazione a notizie od oggetti riservati o di materie coperte da segreto, posto che i consiglieri comunali sono tenuti al segreto ai sensi del già citato disposto dell‟art. 43 del d.lgs. n. 267/2000.
Ad oggi, in Trentino-Alto Adige/Südtirol le amministrazioni comunali che consentono l’accesso diretto del consigliere ai sistemi informatici tramite password sono una rarità. Sono, invece, numerose quelle che accampano scuse per non consentire l’accesso diretto o ritardare l’accesso al registro di protocollo.
Tra le amministrazioni virtuose si segnalano l’amministrazione comunale di Ala e quella di Storo, le quali, nei mesi scorsi, hanno adottato provvedimenti per consentire l’assegnazione ai consiglieri comunali di username e password per l’accesso digitale al registro di protocollo. Ad Ala sono stati il consigliere comunale Angelo Trainotti (M5S) e il deputato Riccardo Fraccaro (M5S) a sollecitare un accesso più agevole ottenendo l’intervento del Sottosegretario di Stato per l’Interno Gianpiero Bocci (PD) attraverso la presentazione di un’interrogazione parlamentare (4/17127 del 29/6/2017). A Storo, più semplicemente, è stata approvata una mozione a prima firma di Riccardo Giovanelli e sottoscritta dai consiglieri di minoranza dei gruppi di Crescere Insieme e Fare (deliberazione Consiglio comunale n.30 del 30/10/2017).
Nonostante i pareri resi dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, il ritardo nel recepimento della buona pratica amministrativa e gli strumenti tecnologici a disposizione delle PPAA, la Regione, titolare della competenza legislativa primaria in materia di ordinamento dei comuni, ha ritenuto di non dover introdurre disposizioni legislative o emanare circolari per facilitare il riconoscimento del diritto di accesso diretto digitale al registro di protocollo negli enti locali. Al contrario, il 25/1/2018, nella risposta dell’assessore agli enti locali Josef Noggler (SVP) all’interrogazione regionale 287/XV del 22/12/2017 presentata tramite il consigliere Filippo Degasperi (M5S), ha sottolineato di non avere alcun titolo per attivarsi sul piano amministrativo, sollecitando i comuni ad adottare particolari modalità in materia di diritto di accesso dei consiglieri comunali.
A questo punto, se i consiglieri comunali vogliono esercitare il diritto di accesso e di informazione senza incomprensibili limitazioni nonché svolgere con gli strumenti più idonei le funzioni di controllo e di indirizzo all’interno dell’amministrazione, non devono far altro che attivarsi autonomamente come avvenuto nei Comuni di Ala e di Storo. La legge e la giurisprudenza sono dalla loro parte. E’ dunque quindi solo una questione di volontà.