Il 22 novembre, in coincidenza dell’insediamento del nuovo Consiglio Provinciale, il ddl 328/XIV “Iniziativa politica dei cittadini. Disciplina della partecipazione popolare, dell’iniziativa legislativa popolare, dei referendum e modificazioni della legge elettorale provinciale “ è stato trasmesso ufficialmente all’attuale legislatura e rinominato. D’ora in poi si parlerà del ddl n. 1/XV di iniziativa popolare.
Il meccanismo che ha determinato questo passaggio è disciplinato dal comma2 dell’art.132 del Regolamento interno del Consiglio provinciale: “I disegni di legge d’iniziativa popolare, qualora il loro esame non sia stato completato nel corso della legislatura in cui sono stati presentati, non decadono e vengono trasferiti all’esame della legislatura successiva”.
L’esame del ddl 1/XV in Consiglio Provinciale dovrà concludersi, con voto finale dell’Aula, entro il 18 luglio. Vige infatti l’obbligo di avviare la discussione dell’iniziativa popolare in sede consiliare entro 24 mesi dalla presentazione delle firme. Queste furono depositate il 17 luglio 2012 e convalidate nell’agosto del 2012. Se il termine non sarà rispettato si procederà a referendum propositivo come disciplinato dal comma 8 art.19 della legge del marzo 2003 in materia di referendum e iniziativa popolare: “Qualora il Consiglio provinciale non abbia iniziato l’esame di una proposta di legge d’iniziativa popolare entro ventiquattro mesi dalla sua presentazione presso il Consiglio stesso, essa è sottoposta a referendum secondo la procedura prevista da questa legge per il referendum propositivo, senza necessità di raccolta delle sottoscrizioni. Il Presidente della Provincia promulga la legge di iniziativa popolare qualora nel referendum prevalgono i voti favorevoli, a condizione che alla consultazione abbia partecipato almeno il cinquanta per cento degli aventi diritto al voto.”
La crisi economica e la mala gestione della finanza pubblica stanno aprendo nuove ed inaspettate opportunità per l’Autonomia regionale. Da un lato, i rappresentanti delle istituzioni locali stanno trattando con Roma per un’estensione delle competenze provinciali in materia di tribunali, agenzie fiscali e tributi locali. Dall’altro, i cittadini di entrambe le province si sono fatti avanti per partecipare direttamente alla gestione della cosa pubblica locale. A Bolzano ci sarà il referendum confermativo per bloccare la legge della SVP e fare nuovamente spazio all’iniziativa popolare promossa da Mehr Demokratie mentre a Trento si discuterà dell’iniziativa popolare del comitato Più Democrazia al fine di migliorare la legge del 2003 ed adeguarla agli standard delle democrazie occidentali.
La scarsa affluenza alle scorse elezioni provinciali non può lasciarci indifferenti. E’ il segnale evidente della frattura crescente tra il popolo e le autorità locali. E’ necessario perciò gettare le basi giuridiche per costruire un nuovo percorso culturale consentendo ai cittadini di rivitalizzare le istituzioni, di controllare gli organi istituzionali e di proporre dal basso soluzioni diverse ed innovative.
La classe politica locale costituita dal Presidente della Provincia, 35 consiglieri e 7 assessori non può arrogarsi il potere esclusivo di governare 520.000 cittadini, bensì deve coinvolgerli per costruire un progetto condiviso ed una visione comune del futuro.
L’autogoverno è il governo del popolo e non il governo di pochi eletti. Questi ultimi possono legittimare la propria carica solamente aprendo le porte delle istituzioni al popolo ed instaurando con lo stesso un rapporto di responsabilità reciproca e continua. Questo è il modello di autogoverno proposto dal Più Democrazia in Trentino. Una tradizione antica di secoli che nasce dagli usi civici e che sta scomparendo ma che vicino a noi, in Svizzera, funziona ancora.
PS. Perchè l’immagine con il canguro? Per dare buon auspicio all’iniziativa. Sybille ci ha ricordato che i canguri possono camminare solo in avanti.
Ho avuto occasione di sentire Bottamedi e mi è sembrata molto convinta dell’essenzialità di questa proposta di legge per riportare i cittadini a partecipare alla vita politica e specificatamente quella trentina. Come sai io sono d’accordo al 100% del valore di questa proposta e con Longano si pensava di proporre incontri sul territorio per diffondere i contenuti e creare il consenso e partecipazione per la sua auspicabile approvazione. Ovviamente per tutti i politici che vanno al potere sono concetti obbligati e solo i fatti potranno o meno smentirli. Non facendo processo alle intenzioni, ci corre l’obbligo di crederci e di metterli alla prova. Per quanto mi riguardo avendo letto i discorsi sia di Rossi che di Dorigatti riportati sull’Adige on line vi ho accodato alcuni commenti e proposte in tal senso. Li trascrivo :
Commenti su discorso programmatico Ugo Rossi su Adige 22.11.2013
E’ ovvio che questo discorso è per sua natura una sommatoria di buone intenzioni in gran parte condivisibili. Il salto di qualità di questa nuova fase dell’autonomia trentina sta nel realizzare concretamente ed operativamente nella sua frase “AVVIARE UNA FASE NUOVA DELLA VICENDA AUTONOMISTICA, FATTA DI ASCOLTO E DECISIONE, CON SUCCESSIVA VERIFICA E POI ANCORA ASCOLTO. VOGLIAMO ESSERE NON I DETENTORI DEL POTERE, MA I RECETTORI DELLE ESIGENZE DEI NOSTRI TERRITORI E DELLE LORO COMUNITÀ”.
In passato abbiamo sempre ascoltato questo leit motiv. Le promesse di operazioni di ascolto periodiche, pubbliche, e aperte a tutti non si sono poi verificate. I pochi “ascolti” pubblici erano prevalentemente del tipo “prendere o lasciare”. Su questo tema in molti paesi sono in atto da decenni strumenti efficienti e liberi da condizionamenti perché il voto è segreto. Sono i referendum propositivi, consultivi, abrogativi. Un impegno preciso nella replica lo renderebbe credibile.
Commento al discorso di Bruno Dorigatti su Adige 22.11.2013
Dorigatti come Rossi si rammarica della disaffezione dei trentini al voto. Dimostrazione di vita politica trentina ormai irrecuperabile ad un rapporto positivo con la società civile. Il riportarli al voto passa solo attraverso l’attivazione negli statuti degli strumenti di democrazia diretta dei referendum. Non fare niente fa apparire questi discorsi come possibili lacrime di coccodrillo, nascostamente a favore degli zoccoli duri dei partiti attualmente responsabili di tutto ciò.
Proposta per trasparenza nei confronti dei cittadini e di valorizzazione dell’attività dei partiti e singoli consiglieri sia di maggioranza che di minoranza che ritengo rientri nelle sue competenze. Sono state ridotte le risorse finanziarie per informare i cittadini sarebbe ok mettere on line tutti i documenti. ufficiali e i verbali delle varie commissioni legislative consiliari Sicuramente ne trarrebbe giovamento la qualità delle proposte e giudizio sulle capacità politiche dei consiglieri.
Con Mosna, Santorum, e Bonetti (FARE)ne avevamo parlato e concordato di dare pieno appoggio a questa proposta. Credo che anche Gosetti e Boscherini siano d’accordo. Senza avere pregiudizi, penso che sia opportuno fare con serenità una verifica con tutte le minoranze se è una proposta condivisa, sarebbe auspicabile che tutti lo fossero. Altro fronte è quello della maggioranza, sia dentro il consiglio che chi è rimasto fuori ( Schuster) ci sono persone che si sono spesi convintamente su questo tema. Sarebbe un lavoro da programmare organicamente nei prossimi mesi.
Erminio Ressegotti
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