La trasparenza in Trentino. Memoria per la prima Commissione del Consiglio provinciale di Trento

Alla cortese attenzione di
Mattia Civico – Presidente della 1° Commissione permanente

Trento, 24 luglio 2017

Gentile Presidente,

in allegato riceve la memoria predisposta dall’Associazione che presiedo in vista dell’incontro informale di oggi presso gli uffici del Consiglio Provinciale finalizzato ad avviare un confronto sulla trattazione della Petizione “Per un Trentino trasparente”.

La prego di inoltrare questo scritto ai Componenti della Commissione e a chi riterrà opportuno interessare al tema.

Ringrazio sin d’ora per l’attenzione riservata.

Daniela Filbier – Presidente APS Più Democrazia in Trentino

* * * * *
(Autori: Mauro Direno, Alex Marini e Daniela Filbier)

LA TRASPARENZA IN TRENTINO
Memoria per la prima Commissione del Consiglio provinciale di Trento
(versione PDF)

Premessa

Una petizione analoga a quella oggetto del confronto odierno è stata presentata a livello regionale.
Poiché in Consiglio regionale non esiste una prassi consolidata per la trattazione delle Petizioni, ad oggi non è stata avviata alcuna iniziativa in quel Consiglio al riguardo. Considerato che la metà del Consiglio regionale è formato dai consiglieri trentini, riteniamo opportuno richiamare la Vostra attenzione anche sulla petizione consegnata al presidente del Consiglio regionale Thomas Widmann il 17 novembre 2016 (clic qui per la petizione regionale).

Il rischio di avere buone leggi non applicate
Dettagli classifica mappa: Global Right to Information Rating

Secondo la classifica del Global Right to Information (RTI) Rating – che misura l’accessibilità a informazioni della pubblica amministrazione – il nostro Paese, dopo l’approvazione e l’entrata in vigore del Freedom of Information Act (FOIA), è passato dal 97° al 54° posto. L’Italia è un paese (formalmente) più trasparente e il suo colore, sulla mappa mondiale, passa da un allarmante rosso a un più mediocre giallo ocra.

Precisa Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia: “ La normativa italiana su anticorruzione e trasparenza è tra le migliori al mondo: peccato che sia la sua applicazione ad essere scarsa se non inesistente”. Infatti nella classifica di RTI Rating nel caso dell’Italia a crescere sono soprattutto i punteggi sui principi e sul riconoscimento del diritto di accesso mentre restano bassi i valori assegnati alle possibili sanzioni (dove prendiamo 4 punti su 8) e ai ricorsi (9 su 30). “Il rischio – continua Del Monte – è il consueto paradosso per cui ci troviamo con ottime leggi che non vengono applicate” (Fonte: Il Fatto Quotidiano).

Che posizione occuperebbero nel rating la Provincia autonoma di Trento e la Regione Trentino-Alto Adige?
Fonte: Bussola della Trasparenza – classifica stilata dal Ministero per la Semplificazione e la PA

La Legge provinciale 30 maggio 2014, n. 4, modificata dalla legge provinciale del 29 dicembre 2016 n. 19 e soprattutto la Legge regionale 29 ottobre 2014, N. 10, modificata dalla Legge regionale del 15 dicembre 2016 n. 16, posizionerebbero la nostra Provincia e la Regione TAA intorno al 100° posto.

Un rating peggiorativo dovuto al fatto che nella Regione TAA e nella Provincia di Trento (non solo per gli Enti Locali) non sono applicati/sono modificati molti articoli del d.lgs. n. 33 del 2013: su 53 articoli del Decreto 26 sono stati modificati o non applicati (si veda tabella proposta in calce).

La mancata applicazione depotenzia significativamente i princìpi e gli obblighi di trasparenza nelle PPAA a livello regionale e provinciale.

In merito alla trasparenza amministrativa la nostra Regione sta nella parte bassa della classifica: quartultima posizione! (Dati aggiornati al 16/07/2017)

Classifica mirata – dettaglio

  • 23° Provincia di Trento
  • 24° Provincia di Bolzano
  • 32° Regione Trentino Alto Adige,
  • 35°Consiglio della Provincia Autonoma di Trento,
  • 38° Consiglio Regionale della Regione Autonoma Trentino Alto – Adige Sudtirol,
  • 45° Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano

Princìpi ispiratori e proposte

Art. 1. Principio generale di trasparenza

1. La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

2. Nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d’ufficio, di segreto statistico e di protezione dei dati personali, la trasparenza concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione. Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di un’amministrazione aperta, al servizio del cittadino.

3. Le disposizioni del presente decreto, nonché le norme di attuazione adottate ai sensi dell’articolo 48, integrano l’individuazione del livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a fini di trasparenza, prevenzione, contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione, a norma dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e costituiscono altresì esercizio della funzione di coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale, di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera r), della Costituzione

Dalla semplificazione alla complicazione

Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 modificato dal FOIA

Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni

Le leggi regionale e provinciale hanno complicato sia il lavoro dei RPCT1 che dei cittadini che devono destreggiarsi tra diverse fonti. Peraltro le leggi regionali sono scritte in modo inadeguato e producono una riduzione dei diritti dei cittadini ex art. 1 dlgs 33/2013

L’apparente semplificazione locale induce in errore i RPCT che non seguono delibere, determine e chiarimenti normativi di ANAC e neppure le indicazioni del PNA2. È il caso dell’abolizione del PTTI3 abolito in regione e provincia, benché di fatto dal 2015 dovesse essere integrato nel PTPC4.

La delibera ANAC 1310, sollecitata dalla nostra Associazione, chiarisce che le regioni e le province a statuto speciale e/o autonome possono sì individuare “forme e modalità” di applicazione del decreto ma che “… non possono essere previste, comunque, deroghe ai contenuti del decreto che limitano o condizionano i contenuti degli obblighi di trasparenza”

Quando parliamo di Freedom Of Information Act (FOIA) dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un “atto per la libertà di informazione”, uno dei principi più alti delle Democrazie evolute. Eppure su questo tema non c’è stata molta attenzione, non solo da parte della Politica, ma anche da parte dei Media.

Dal nostro punto di vista, in forza della missione che ci siamo dati come Associazione, la libertà di informazione è una delle principali pre-condizioni per costruire una buona democrazia.

Per questo motivo ci siamo rivolti alla Ministra Madia per un parere, chiedendo intervenga sensibilizzando le istituzioni provinciali e regionali (clic qui per leggere la nota informativa)

Mettiamo in discussione le errate convinzioni delle Pubbliche Amministrazioni

  1. ANAC non è l’unica Autorità preposta alla vigilanza e al controllo che abbia potere sanzionatorio.

Più volte abbiamo invece constatato, leggendo le risposte a interrogazioni su questi temi, che Dirigenti, Funzionari, Rappresentanti di diverso rango (assessori, consiglieri, sindaci, ecc.) ritengono non sia loro compito o responsabilità vigilare e controllare – tanto meno sanzionare. Una convinzione pregiudizievole che testimonia l’ignoranza della legge.

Tra gli obblighi del decreto c’è infatti l’approvazione dei codici di comportamento dei dipendenti, dirigenti e non, delle pubbliche amministrazioni. Codici che includono anche le sanzioni disciplinari, fino al licenziamento (firmato da tutte le sigle sindacali per il caso di dipendenti pubblici).

A ciò si aggiunga che le omesse denunce e attività di vigilanza e controllo sono ritenute reati contro la pubblica amministrazione, proprio come il falso in atto pubblico

Il Decreto legislativo 174/2016 (Codice di giustizia contabile) all’art. 52 (Obbligo di denuncia di danno e onere di segnalazione) chiarisce la responsabilità di dirigenti o dipendenti con funzioni ispettive sono tenuti a fare immediatamente denuncia di danno erariale.

Vigilanza, controllo e sanzione non sono mestiere esclusivo di ANAC

  1. L’invarianza economica prevista dagli obblighi del Dlgs 33/2013 impedirebbe l’applicazione da parte delle PA degli OBBLIGHI previsti. Argomento auto-assolutorio addotto spesso da RPCT e Dirigenti.

L’analisi metodologica – con il supporto di esperti riconosciuti -, l’utilizzo del digitale (ancora insufficiente in molte PA), il ricorso a procedure e processi adeguati sono strumenti che semplificano l’applicazione delle leggi.

Nelle aziende private è il Sistema Qualità a fare la differenza e tutta l’organizzazione concorre a migliorarlo e ad attuarlo. La Pubblica Amministrazione potrebbe adottare questa buona pratica e concentrarsi su interventi volti a migliorare la propria organizzazione, dando risposta concreta agli obblighi di legge.

In conclusione

Raffaele Cantone dice “dove non c’è trasparenza, c’è corruzione”.
Un’affermazione forte, troppe volte tristemente suffragata dalle cronache.
Favorire la trasparenza in tutti i modi possibili è perciò una scelta importante: è necessario superare le posizioni conservative e le diffidenze che fisiologicamente accompagnano il cambiamento.
Altrettanto importante è stare accanto alle Amministrazioni Locali per formare e informare adeguatamente il personale e gli amministratori.
Serve poi la volontà di monitorare e vigilare sul recepimento e sulla corretta applicazione delle norme e – se del caso – intervenire con adeguato rigore in caso di reiterate e inspiegabili inadempienze.
Ci piace pensare di condividere lo stesso obiettivo: costruire un Trentino più trasparente, più partecipato, più comunitario.

  • Mauro DIRENO – Primo firmatario delle Petizioni sulla Trasparenza
  • Daniela FILBIER – Presidente APS Più Democrazia in Trentino
  • Alex MARINI – Primo firmatario DDL dell’iniziativa popolare nr. 328/XIV (Disciplina della partecipazione popolare)

TABELLA di dettaglio degli articoli del d.lgs. n. 33 del 2013 non applicati/modificati

Art. 9 comma 2

modificato

Art. 10 a eccezione del comma 8 lettere c) e d)

non applicato

Art. 12 comma 1 bis,

non applicato

Art. 14 comma 1 lettera f)

modificato

Art. 15 ad eccezione del comma 1 lettere a) b) c) d)

non applicato

Art. 16 e Art.17 si applica l’ art. 4 legge regionale 25 maggio 2012, n. 2

non applicato

Art. 20 ad eccezione comma 1 e comma 2 prime due righe

non applicato

Art. 23 ad eccezione comma 1 esclusa lettera b)

non applicato

Art. 25 si applica l’art. 4 della legge provinciale 31 maggio 2012, n. 10

non applicato

Art. 26 e Art. 27 si applica l’art. 7 lettera a) e c) della L. R 13 dicembre 2012, n. 8

non applicato

Art. 37 si applica l’art 1, comma 32 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e il decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 tenuto conto della normativa provinciale in materia

non applicato

Art. 24, Art. 29, Art. 32, Art. 34, Art. 35, Art. 36, Art. 38, Art. 39, Art. 40, Art. 41:

non applicato

Art. 43 comma 1 e 2

modificato

Art. 44 primo periodo

non applicato

Art. 51 (con le modalità compatibili con l’assetto organizzativo dell’amministrazione )

modificato

1 Responsabili Prevenzione Corruzione e Trasparenza

2 Piano Nazionale Anticorruzione

3 Piano Triennale Trasparenza e Integrità

4 Piano Triennale Prevenzione Corruzione

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2 pensieri su “La trasparenza in Trentino. Memoria per la prima Commissione del Consiglio provinciale di Trento

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