A Borgo Lares le 1.247 firme raccolte dal Comitato “Busa pulita”, consegnate all’Amministrazione lo scorso giugno, non sono bastate per ottenere risposte e attenzione. Oggetto della petizione: la realizzazione del biodigestore di Zuclo, un tema cruciale per la Comunità.
Sindaco del Comune di Borgo Lares
Via XXI aprile 6 – fraz. Zuclo
Avv. Daniela LONGO
Difensore Civico – Provincia autonoma di Trento
Trento, 12 ottobre 2017
OGGETTO: Raccolta firme “Progetto Biodigestore di Zuclo” – Comune di Borgo Lares
Gentile Sindaco,
Ci rivolgiamo a Lei per sollecitare una risposta alla raccolta firme depositata presso il Comune di Borgo Lares avente ad oggetto “Progetto Biodigestore di Zuclo” promossa dal comitato “Busa Pulita”, costituitosi a Saone il 20 ottobre 2016 e con sede in Saone Casa Frazionale, 38079 Tione di Trento, e supportata da 1.247 firme (prot. 1988 del 19 giugno 2017).
Consapevoli del fatto che non è mai stata siglata una convenzione tra il Comune di Borgo Lares e il Difensore Civico, riteniamo altresì opportuno informare in copia conoscenza anche l’avv. Daniela Longo poiché, come ci risulta dalla risposta all’interrogazione provinciale 4295/XV, anche i comuni non convenzionati rispondono, di regola, alle richieste dell’Ufficio alla stessa stregua di quelli convenzionati.
Vista la richiesta di realizzare un impianto di biodigestione della frazione umida e delle deiezioni animali in C.C. Zuclo (Tn), visti i potenziali rischi per la salute pubblica e per l’ecosistema locale, in particolare per la falda idrica dovuti ad eventuali fuoriuscite dall’impianto e anche per il possibile impatto sulla risorsa acqua dovuto agli ingenti prelievi necessari per le fasi di lavorazione, visto l’articolo 32 della Costituzione e il principio di precauzione riconosciuto dall’Unione Europea, il Comitato Busa Pulita e i sottoscrittori del documento in oggetto chiedevano di impedire la realizzazione della predetta opera e di adoperarsi per un diverso approccio nel trattamento della frazione umida dei rifiuti e delle deiezioni animali.
La documentazione depositata il 19 giugno scorso, benché non facesse esplicito riferimento all’articolo 9 dello Statuto del Comune di Borgo Lares, è da considerarsi, a tutti gli effetti e oltre ogni ragionevole dubbio, una petizione popolare. Essa, infatti, soddisfa tutti i requisiti necessari per essere classificata come tale: identificazione dei proponenti e del destinatario, superamento del numero minimo di firme e questione inerente un interesse collettivo e diffuso
Ad oggi, nonostante quanto disposto dall’articolo 9 “Richieste di informazione, petizioni, proposte” dello Statuto comunale, i proponenti non hanno avuto alcun riscontro. Nella fattispecie, i proponenti non hanno ancora ricevuto una risposta scritta e motivata dall’amministrazione comunale benché il termine di 60 giorni sia scaduto il 19 agosto 2017.
A tal riguardo, non risulta che il Consiglio comunale abbia iniziato l’esame del testo della petizione popolare né che abbia calendarizzato una discussione per l’elaborazione di una posizione ufficiale dell’amministrazione.
La mancanza di una risposta appare ulteriormente più grave e deplorevole alla luce dei principi sanciti dalla Convenzione di Aarhus i quali, in caso di processi decisionali concernenti l’ambiente, prevedono l’obbligo di fornire assistenza al pubblico al fine di facilitare l’effettivo esercizio del diritto alla trasparenza e di partecipare alle scelte collettive di valenza pubblica oltreché di garantire il diritto di giustizia ambientale.
Infine, considerata l’incertezza normativa, l’assenza di regolamenti comunali e di una prassi consolidata in riferimento alla trattazione dei dati sensibili raccolti a supporto di atti di iniziativa popolare, si sollevano preoccupazioni circa la mancata emanazione di provvedimenti per la tutela della protezione dei dati personali dei firmatari della petizione ai sensi del Codice in materia di protezione dei dati personali (D.lgs. 196/2003).
A parere dell’APS Più Democrazia in Trentino e del Comitato Busa Pulita, il comportamento dell’amministrazione non assicurerebbe il pieno esercizio del diritto di petizione e più estesamente il diritto di partecipare ai processi decisionali concernenti l’ambiente. In aggiunta ciò, non offrirebbe la dovuta tutela della privacy dei firmatari della petizione.
Per queste ragioni desideriamo richiamare la Sua attenzione e quella del Difensore Civico, confidando in una rapida risposta in ordine alle criticità e ai problemi sollevati.
A nome dell’Associazione e del Comitato si ringrazia in anticipo per il riscontro.
Cordiali saluti.
Daniela Filbier – Presidente APS Più Democrazia in Trentino
Alex Marini – Primo firmatario ddl di iniziativa popolare 1/XV
Emanuela Giacomuzzi – referente Comitato Busa Pulita
In allegato:
- Lettera di accompagnamento consegnata il 19 giugno 2017
- Immagine dell’intestazione degli elenchi delle firme
- Atto costitutivo Comitato Busa Pulita del 20 ottobre 2016
- Articolo “Biodigestore, e la «partecipazione» dov’è?”, L’Adige, 28 settembre 2017
Messaggio accompagnatorio del Difensore Civico:
- 17 ottobre 2017 – Fascicolo 619/17 – Petizione biodigestore di Zuclo
Rassegna stampa:
- Biodigestore, Busa Pulita scrive al Difensore Civico – Trentino, 14 ottobre 2017
- «Il sindaco risponda alle firme dei cittadini» – L’Adige, 15 ottobre 2017
Grazie.Volevo chiedere anche questo, se qualcuno puo’ darmi una risposta.Io sono consigliere comunale a Mezzolombardo, con il gruppo Mezzolombardo Partecipa.Recentemente ho presentato un ordine del giorno collegato ad un’interrogazione, su un tema peraltro molto sentito, la diffusione del consumo di alcol tra i minorenni.Il presidente del consiglio non ha accettato l’odg dicendo che non si puo’ collegare ad un’interrogazione ,perchè l’interrogazione è un botta e risposta tra il presentante e il Sindaco o l’assessore e nessun altro puo’ “intromettersi”. Ma allora se in un consiglio comunale ci fossero solo interrogazioni in una seduta, gli altri consiglieri che fanno, possono stare a casa?vi risulta? a me sembra una forzatura ed un’interpretazione errata del regolamento. In altri Comuni come ci si comporta?Grazie mille!Konrad Vedovelli
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Ciao Konrad, il comma 5, art.21 dello Statuto comunale prevede che il Presidente del Consiglio riceve interrogazioni e interpellanze, rimettendole tempestivamente al Sindaco perchè ne sia data risposta a termine di regolamento, nonchè le mozioni e gli ordini del giorno, disponendo per la loro trattazione in Consiglio, inserendoli all’ordine del giorno secondo le modalità stabilite dal regolamento.
Il capo II del regolamento interno del Consiglio comunale (artt. 18-24) disciplina i diritti dei consiglieri comunali e stabilisce le procedure di trattazione di interrogazioni, interpellanze e mozioni. Il regolamento all’art.21 prevede che su ogni argomento proposto all’esame del Consiglio comunale possono essere presentati ordini del giorno relativamente all’esecuzione ed attuazione delle decisioni concernenti un punto sottoposto alla discussione consiliare.
Ciò premesso e considerato che è piuttosto irrituale proporre l’abbinamento di un ordine del giorno a un’interrogazione visto che normalmente gli ordini del giorno vengono abbinati alle proposte di delibera, ritengo che il presidente del Consiglio abbia agito nel rispetto dello statuto e del regolamento del Consiglio comunale. L’inghippo avrebbe potuto essere risolto agevolmente presentando una mozione e discutendola ai sensi dell’art. 23 del regolamento.
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