La partita è finita senza neppure essere iniziata. L’Assemblea legislativa della Provincia di Trento si è intascata la “vittoria” a tavolino e il DDL di iniziativa popolare sulla democrazia diretta non varcherà la soglia del Consiglio. Partita vinta sfruttando regole costruite per disciplinare i lavori d’aula, regole sapientemente architettate per calcificare usi e costumi delle Minoranze e della Maggioranza, che si fronteggiano in aula e mediano alla Buvette. L’iniziativa dei Cittadini ha pagato il fio ed è rimasta schiacciata tra interessi di bottega, opposti in quanto a posizionamento partitico e personale, convergenti in quanto a disinteresse per il rispetto dell’esercizio dei diritti politici dei Cittadini.
In questi giorni abbiamo lanciato appelli a tutte le latitudini perorando la causa dei diritti politici, sanciti nella Costituzione e nello Statuto di Autonomia. Diritti che meritano rispetto e attenzione.
Ci siamo rivolti a più riprese al Presidente del Consiglio Bruno Dorigatti, unica persona che ha facoltà di decidere di mettere in calendario una seduta del Consiglio provinciale per discutere la proposta minimale negoziata con il Presidente della Giunta Ugo Rossi.
Guardando alle dichiarazioni programmatiche, pensavamo di trovare sostegno largo nelle file del centro-sinistra autonomista dell’Assemblea legislativa. Abbiamo trovato il deserto. Tra i consiglieri di maggioranza solo una voce si è alzata, quella di Mattia Civico, Presidente della 1.a Commissione permanente. Nessun altro della maggioranza ha proferito verbo. Il silenzio assordante di tutto il centro-sinistra autonomista l’abbiamo udito distintamente. Tra le fila delle minoranze, cui si addebita di aver affossato la seduta inizialmente pianificata, si sono spesi 2 Consiglieri: Filippo Degasperi (M5Stelle) e Claudio Cia (Agire per il Trentino). Entrambi hanno invitato pubblicamente il Presidente Dorigatti a portare in aula il DDL.
Un bilancio che fa riflettere e che contribuisce a fare maggior chiarezza in termini politici.
Il 5 agosto è l’ultima data utile per mettere in calendario una seduta del Consiglio provinciale entro la fine di agosto. Volendo il Presidente Dorigatti può ancora farlo. Volendo.
Tornare sui propri passi non è un’ammissione di “errore”, è una dimostrazione di coraggio e di generosità.
Il rito della Capigruppo ha visto il DDL soccombere senza nemmeno la possibilità di andare in aula.
Causa: alcune voci sopra le righe della minoranza, ma anche la poca voglia di incidere veramente della maggioranza.
Quanto accaduto nell’immediato seguito ne è la conferma: a fronte del Presidente della prima commissione, Civico, che ha predisposto tutto per la discussione in aula e ha pubblicamente chiesto la calendarizzazione, solo i consiglieri di minoranza Cia e Degasperi hanno sollecitato il Presidente del Consiglio a mettere in calendario il DDL esercitando le sue prerogative.
Da tutti gli altri assoluto silenzio.
Noi più di quanto abbiamo fatto non possiamo fare. Abbiamo argomentato senza sosta, appellandoci alla responsabilità politica e personale dei nostri Rappresentanti. Mai chiedendo fossero d’accordo, sempre ricordando il dovere etico di esercitare la democrazia nel luogo deputato, confrontandosi pubblicamente e decidendo.
Game over? Trarremo le debite conclusioni.
Daniela Filbier (Presidente Più Democrazia in Trentino)
Alex Marini (Primo firmatario)
Stefano Longano (Relatore)
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