Dal 2008 ad oggi, nei confronti dell’amministrazione comunale di Rovereto, sono state presentate 15 petizioni popolari, 5 proposte di iniziativa popolare e 14 richieste di referendum. Con riferimento alle ultime: 5 sono state giudicate non ammissibili, 5 si sono concluse con lo svolgimento di una votazione popolare senza raggiungimento del quorum e 4 sono pendenti. Le istanze di cittadini, associazioni od organismi di partecipazioni, invece, non sono classificate e, dunque, non sono state prodotte statistiche per analizzare l’efficacia dello strumento e le modalità di trattazione. Questa la sintesi della risposta all’istanza presentata dall’associazione un anno fa.
La risposta del sindaco Francesco Valduga all’istanza depositata il 22 marzo 2017 è arrivata il 16 gennaio 2018 dopo ben 10 mesi di attesa. Per ricevere un riscontro son serviti ben tre solleciti del Difensore Civico (16.05.2017, 25.08.2017 e 31.10.2017), attraverso i quali è stato puntualmente fatto notare come, entro il termine di 30 giorni dal deposito dell’istanza stabilito dall’art.16 del Regolamento sulla partecipazione, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto fornire una risposta, quantomeno interlocutoria, in ordine ai quesiti posti dai proponenti.
I quesiti erano tre e hanno ottenuto solo uno risposta parziale. La limitatezza delle informazioni fornite dall’amministrazione ha evidenziato il disinteresse della rappresentanza politica – attuale e passata – nell’attuare i principi statutari sulla partecipazione popolare nonchè l’assoluta mancanza di volontà di assicurare il diritto della cittadinanza di prendere parte alle decisioni attinenti agli affari pubblici locali.
Il primo quesito chiedeva quale fosse stato l’andamento nell’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta a livello comunale dal 1993 (anno di approvazione della LR 1/1993 TAA) e quali risultati avesse determinato. In particolare si chiedeva l’elenco delle istanze, petizioni, proposte di iniziativa popolare e richieste di referendum presentate e quali temi avessero affrontato. Si chiedeva inoltre se gli atti relativi alla trattazione e le risposte dell’amministrazione fossero consultabili; se i termini di risposta previsti dal regolamento fossero stati rispettati; se le iniziative dei cittadini fossero numerate e catalogate al pari, per esempio, delle interrogazioni e delle mozioni e, infine, se esistesse un archivio accessibile alla cittadinanza dove reperirle.
La risposta ha soddisfatto solo le aspettative minime. A tal riguardo, si comprendono le difficoltà che hanno determinato la mancata comunicazione delle informazioni relativamente alle iniziative precedenti al 2008 ma non si giustifica l’assenza di un sistema di classificazione, di tracciatura dell’iter di trattazione e di pubblicazione degli esiti prodotti che le tecnologie informatiche avrebbero dovuto garantire negli anni più recenti. Gli unici dati disponibili online riguardano l’esito delle consultazioni referendarie comunali del 2009.
Il secondo quesito chiedeva di integrare il portale Io partecipo (l’ultimo aggiornamento risale al giugno 2016) per dare compiuta informazione di tutti gli strumenti di partecipazione previsti dallo statuto, incluso il loro utilizzo e le risultanze anche passate. Il terzo e ultimo quesito chiedeva all’amministrazione se intendesse promuovere, anche con una assemblea pubblica, tutti gli strumenti previsti dallo Statuto per favorire la partecipazione.
La seconda e la terza richiesta sono rimaste senza risposta. Il sindaco si è limitato ad affermare che potrà essere valutata una proposta di revisione organica di tutta la materia che comprende anche le nuove forme di partecipazione e informazione ma senza assumere impegni perentori e vincolanti. L’affermazione, per altro, ha ripreso la promessa contenuta in una comunicazione dell’estate scorsa (nota 9.8.2017), attraverso la quale il sindaco si era impegnato ad avviare il dibattito per la revisione del regolamento entro l’autunno 2017. Tuttavia, a dispetto delle rassicurazioni del sindaco sul fatto che l’amministrazione comunale crede nella partecipazione e nel coinvolgimento dei cittadini, non si registrano iniziative che attestino l’avvio di tale dibattito. Un po’ come come le promesse che facevano i marinai, promettevano qualsiasi cosa a Dio e ai Santi se li avessero protetti dal naufragio e dalla morte, salvo poi dimenticarsene non appena la tempesta era passata.
La risposta integrale del sindaco Valduga:
colpevole vuoto pneumatico 😦
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