Finora, l’impegno civico dei cittadini che hanno lavorato con passione e diligenza e che ha raggiunto il culmine con la presentazione della proposta di modifica statutaria il 12 settembre scorso, non è stato tenuto in sufficiente considerazione dal Consiglio comunale di Trento. L’orientamento generale sembra infatti quello di fare melina per poi approvare il minimo sindacale previsto dalla legge all’ultimo momento utile. Tuttavia, nonostante le resistenze e l’apparente disinteresse, la speranza e la volontà di ottenere un miglioramento sostanziale della disciplina referendaria a livello comunale continuano a essere gli elementi che caratterizzano l’attitudine dei promotori dell’iniziativa.
L’accordo di inserire la questione all’ordine del giorno della Commissione permanente dei capigruppo nella seduta del 14 settembre non è stato rispettato. Il punto è stato quindi sollevato nelle varie ed eventuali dai consiglieri Paolo Negroni (M5S) e Antonia Romano (Altra Trento), i quali hanno seguito da vicino i lavori dell’associazione in questi mesi e ora si sentono in dovere di valorizzarne i frutti. Malgrado la loro azione, il punto è stato rinviato alle sedute successive dopo un dibattito lampo su un totale di 65 minuti di seduta (verbale della seduta).
Di seguito l’estratto del punto dell’ordine del giorno “Varie ed eventuali” in cui si è discusso della modifica dello Statuto:
Il consigliere Negroni interviene riguardo al recepimento della proposta di modifica statutaria sugli strumenti di democrazia diretta. La Presidente riferisce che la proposta è in corso di istruttoria. Interviene il Sindaco che auspica la contestualità con le modifiche obbligatorie, l’intendimento sarebbe quello di parlarne assieme sia pur con provvedimenti distinti. Il Segretario osserva che la proposta pervenuta è articolata e complessa, ricorda che le modifiche statutarie richiedono maggioranza qualificata e partecipazione, ciò premesso informa che si è aperta l’istruttoria per capire, al di là del merito, se la proposta è accettabile così come presentata tenuto conto di quanto già è previsto dallo statuto, aggiunge poi l’esigenza di un coordinamento sistematico con gli altri capi e titoli dello statuto. Il consigliere Negroni fa presente che alla presentazione avvenuta sabato scorso non erano presenti esponenti del centro destra, invita i consiglieri a prendere contatti con l’associazione promotrice per condividere e discutere ulteriormente la proposta. Con riguardo ai tempi fa presente che la discussione della proposta può essere posticipata al prossimo anno, tenuto conto che le modifiche obbligatorie devono essere adottate entro fine anno. La Presidente conferma che alcune modifiche sono obbligatorie e richiedono tempi stretti di approvazione mentre gli altri aspetti della modifica vanno approfonditi e ulteriormente discussi fra le forze politiche per arrivare ad una proposta condivisa. Propone alle forze politiche di accordarsi su una data possibile per la discussione della proposta. Conclude la consigliere Romano che ritiene importante che la proposta di modifica venga discussa all’interno della commissione dei capigruppo per valorizzare un percorso molto importante che non è stato di parte ma di condivisione con tutte le forze politiche.
La commissione prende atto.
Successivamente, il tema dell’introduzione di nuovi diritti popolari nello Statuto è stato affrontato nella seduta della commissione dei capigruppo del 28 settembre ma solo per rimandarlo al 12 ottobre. In tale data, però, non è stata discussa la proposta di Più Democrazia in Trentino ma è stata illustrata la proposta di modifica dello Statuto redatta dal segretario generale Cecilia Ambrosi (i verbali delle sedute saranno resi pubblici solo a novembre)¹.
Oltre alle considerazioni espresse dal segretario generale Ambrosi sulle possibili modalità di attuazione delle misure contenute dalla legge regionale 11/2014, l’istruttoria consegnata ai consiglieri conteneva i verbali dei dibattiti consiliari della scorsa legislatura nel corso dei quali è stato trattato il medesimo argomento.
Qui l’elenco della documentazione che ci è stata consegnata dai consiglieri Romano e Negroni:
- 1 ottobre 2015 – proposta di delibera e commenti elaborati dal segretario generale
- 5 dicembre 2012 – verbale della discussione dell’adunanza del 5 dicembre 2012
- 5 dicembre 2012 – verbale di deliberazione dell’ordine del giorno con il quale il Consiglio si impegna ad abbassare il quorum di partecipazione
- 23 aprile 2013 – verbale della discussione dell’adunanza del 23 aprile 2013
- 23 aprile 2013 – verbale di deliberazione della modifica dello Statuto: abbassamento del quorum al 30% e soglia di raccolta firme al 3% (circa 2700 firme)
Infine, sempre nella riunione del 12 ottobre, il consigliere Negroni è riuscito ad ottenere la calendarizzazione di una seduta straordinaria il 23 ottobre alle ore 18.00 (evento aperto al pubblico CLICK QUI per iscrizione) al fine di affrontare il processo di modifica dello Statuto con maggiore consapevolezza e di portare finalmente la proposta dell’associazione sul tavolo della negoziazione politica (quadro sinottico della proposta di Più Democrazia in Trentino).
La lettera di convocazione della seduta del 23 ottobre è già stata consegnata ai consiglieri, i quali hanno ricevuto in allegato anche la nota del Servizio Servizi Demografici e Decentramento in ordine agli aspetti relativi alla distribuzione degli ospuscoli informativi e al voto dei cittadini dell’Unione e stranieri, e alla stima dei costi da sostenere in caso di consultazione referendaria. Tali proiezioni si basano sugli impieghi di risorse in occasione delle due consultazioni referendarie svolte finora a livello comunale e che nella fattispecie verterono sull’allargamento aeroporto Caproni e sulla localizzazione dell’inceneritore a Ischia Podetti.
Note
1 – Documentazione pubblicata ai sensi dell’art.11 dello Statuto comunale:
Art. 11 – Pubblicità
1. Lo Statuto, i regolamenti, le ordinanze, le deliberazioni, i decreti sindacali, le determinazioni dirigenziali nonché le direttive, i programmi, le istruzioni, le circolari ed ogni atto che dispone in generale sulla organizzazione, sulle funzioni, sugli obiettivi, sui procedimenti del Comune ovvero nei quali si determinano le modalità applicative di norme giuridiche, oltre ad essere soggette alle forme di pubblicità espressamente previste dalla legge e dallo Statuto, devono altresì essere pubblicizzate in modo da favorire la più ampia ed agevole conoscenza da parte dei cittadini e di chiunque vi abbia interesse.
2. Le modalità minime di pubblicizzazione sono comuni a tutte le tipologie di atti individuate nel presente articolo. Sono fatti salvi specifici regimi di pubblicità previsti per particolari tipologie di atti.
Caro Alex, solo qualche breve precisazione. La proposta di rinvio ad una commissione ulteriore dei capigruppo è stata assunta collettivamente.la relazione del segretario generale era obbligatoria perché trattasi di atto dovuto. La commissione dei capigruppo, sentiti i rispettivi partiti, sarà sovrana nel fare proposte differenti o alternative. Il tempo esiguo nella trattazione del punto principale all’o.d.g.nella seduta di cui all’oggetto è stato causato da una polemica del centro destra, durata oltre un’ora, su una questione legata al Regolamento. Questione peraltro non all’ordine del giorno. La successiva decisione di tutti, una volta illustrata la relazione del segretario generale, compreso il consigliere Negroni che l’ha espressamente dichiarato quando è stato il suo turno, è stata quella di aggiornarsi per visionare con i propri compagni di partito la documentazione che io avevo prodotto per far sì che si conoscesse anche il pregresso. Per quanto mi riguarda non avrei avuto nessuna difficoltà a proseguire nell’analisi dell’argomento in trattazione seduta stante. Caro Alex, è necessario, come avviene in tutte le relazioni bi-direzionali, che non si travisino i fatti e che le informazioni siano date correttamente. Come sai da parte mia non c’è nessun atteggiamento censorio, né volontà di fare melina, ma la programmazione dei lavori, e non certo per colpa mia, è condizionata dalle priorità che mi vengono sottoposte dalla Giunta e dai tempi in cui devono essere portate in consiglio. In ogni caso escludo che in Commissione dei capigruppo, dove i consiglieri approfondiranno gli aspetti della delibera ed esprimeranno le loro valutazioni, si debba votare, perciò dirimente sarà il dibattito in consiglio. Invio per conoscenza anche a Paolo Negroni. Cari saluti Lucia
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Cara Lucia, mi scuso per il ritardo della risposta ma il tuo commento era finito nello spam. Stefano l’ha recuperato casualmente solo ieri sera per cui posso replicare solo ora.
Apprezzo il fatto che abbia deciso di manifestare il tuo pensiero pubblicamente e ti rispondo sperando di riuscire ad affrontare in modo franco ed esaustivo tutte le questioni che hai sollevato.
A mio avviso, proprio per il fatto d’essere un atto dovuto per legge, il quale, peraltro, può essere declinato in forme e livelli differenti, la trattazione della modifica dello Statuto avrebbe dovuto essere considerata una priorità. Dopo aver lanciato il manifesto per più democrazia nei comuni nel corso della campagna elettorale, l’associazione ha cercato di aprire un dialogo con la rappresentanza consiliare già nel mese di giugno esprimendo fin da quel momento una forte volontà di coinvolgimento trasversale al fine di sviluppare una proposta condivisa. Sfortunatamente il senso dell’iniziativa non è stato interpretato correttamente. Ammetto che ciò può essere accaduto anche per qualche difficoltà comunicativa imputabile all’associazione che rappresento ed in particolare al sottoscritto.
In ordine alle funzioni degli organi del Comune, da quanto mi risulta, dovrebbe essere il Consiglio il titolare della funzione di indirizzo, programmazione e controllo politico-amministrativo nei confronti degli altri organi comunali e dell’organizzazione amministrativa, non viceversa. Pertanto, non dovrebbe essere la Giunta a dettare i tempi con cui le questioni devono essere portate in Consiglio poiché questa dovrebbe occuparsi di tutti gli atti amministrativi che non sono riservati dalla legge o dallo statuto al Consiglio comunale.
Credo inoltre che, nel momento in cui la legge dispone di adeguare lo Statuto, sia compito del Consiglio prendersi carico dell’incombenza e, dove previsto, decidere in che forma farlo, ovviamente nei limiti della legge stessa. Il segretario comunale dovrebbe semplicemente assistere e verificare la regolarità amministrativa delle proposte elaborate dal Consiglio e non esprimere giudizi di ragionevolezza su scelte ad esclusiva discrezione del Consiglio o indirizzare politicamente il Consiglio stesso.
L’espressione “fare melina” (enciclopedia Treccani) deriva, probabilmente, dal gioco della melina, com’era chiamato a Bologna un gioco diffuso anche altrove, consistente nel passarsi un cappello lanciandolo sopra la testa del suo proprietario, senza farglielo prendere. Facendo un parallelo con la democrazia, il cui significato letterale è potere del popolo, è un po’ come quando i rappresentanti politici tirano il potere sopra la testa dei cittadini senza farglielo prendere. Resto convinto di non aver utilizzato una simile espressione impropriamente. La mia speranza è che siano i fatti a smentirmi.
Nella nota che hai inviato a Romano e Negroni, e per conoscenza agli altri capigruppo, hai attribuito al sottoscritto anche l’espressione “tradimento degli accordi”. Non ho mai scritto né pronunciato simili parole in riferimento a tale vicenda. Nel post ho parlato invece di “mancato rispetto degli accordi”. Ciò in relazione ai tempi che avevamo concordato nel corso delle conversazioni telefoniche con cui ti avevo informato sull’andamento dell’iniziativa. Avevamo concordato di portare la questione all’attenzione dei capigruppo in data 14 settembre poiché, a tuo modo di vedere, il 30 agosto ci sarebbe stato un clima troppo vacanziero. Tale scadenza l’avevo comunicata pubblicamente in occasione degli incontri dell’associazione ai quali parteciparono anche alcuni consiglieri comunali. Era un’informazione di dominio pubblico che nessuno ha mai smentito appunto perché decisa preventivamente. Posso comprendere le motivazioni del rinvio ma, poiché il 14 settembre la questione non è stata inserita nell’ordine del giorno della commissione ma solo nelle varie ed eventuali, è indubbio che l’accordo non sia stato rispettato.
Non ho mai nemmeno utilizzato la parola “censura” bensì la parola “trasparenza” che ritengo essere un principio da rispettare costantemente e non un optional. Se tale principio fosse applicato con costanza e senza eccezioni che non siano previste dalla legge, le occasioni di travisare i fatti si ridurrebbero notevolmente. Ecco perché ti chiedo cortesemente di poter rendere pubblica in tempi celeri tutta la documentazione relativa all’istruttoria ai sensi degli articoli 11, 20 e 21 dello Statuto: verbali delle sedute, corrispondenza con i capigruppo, le proposte, i pareri e i giudizi articolati dagli uffici comunali, etc.
Resto fiducioso che il Consiglio possa trovare il tempo per approfondire e valutare adeguatamente le modifiche da apportare allo Statuto, anche sulla base di analisi empiriche e letteratura specializzata nella materia specifica, il sottoscritto e gli associati di Più Democrazia in Trentino rimangono a disposizione.
Buon lavoro!
Alex
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