Più autonomia o meno controlli? Due visioni a confronto sulla riforma dello Statuto

Le posizioni di Francesco Palermo (Professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’Università di Verona ed ex senatore eletto come candidato indipendente nella lista SVP-PD della Bassa Atesina) e di Esther Happacher (Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale italiano Università di Innsbruck) espresse sulla rivista Federalismi riguardo all’impatto della proposta di riforma statutaria sul sindacato di costituzionalità delle leggi provinciali sono nettamente divergenti. Mentre Palermo esprime una forte preoccupazione per quello che considera un tentativo di esautorare la Corte costituzionale, Happacher difende la riforma come un legittimo ripristino di competenze che non intacca la funzione di controllo della Corte.

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Come affidare ancora alla politica dei partiti le scelte che ricadranno presto o tardi sulle nostre vite?

vesleskarvet-a-small-nunatak-in-antarctica«Le grandi opere non solo sono distruttrici, non solo assorbono grandi quantità di denaro estorto a tutti noi, ma disegnano un’organizzazione sociale futura, con conseguenze sulla qualità di vita, su quella del lavoro, sul mercato immobiliare, sulla produzione e distribuzione dei beni alimentari e di consumo, sull’esigenza di sempre nuove fonti energetiche, e così via. Continua a leggere

Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti

italo-calvino-tullio-pericoliL’apologo premonitore di Calvino sul paese dei corrotti (1980)

di Italo Calvino

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.

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