Il prossimo 5 novembre, nel classico Election Day americano, non si voterà solo per eleggere il Presidente degli Stati Uniti d’America. Oltre alla sfida presidenziale, che sembra ridursi alla scelta del meno peggio tra Kamala Harris e Donald Trump in un contesto federale segnato da un degrado istituzionale preoccupante e da eventi al limite del trash, i cittadini americani avranno la possibilità di esprimersi su una miriade di altre questioni e ruoli pubblici che incidono direttamente sulle loro comunità.
Negli USA le elezioni non riguardano solo la Presidenza: si voterà anche per rinnovare i componenti del Congresso, eleggere amministratori locali, membri di consigli scolastici, autorità e parlamentari statali, e per decidere su una serie di iniziative popolari e referendum. Questo vasto sistema permette al cittadino di incidere in modo concreto su temi e progetti che impattano la vita di tutti i giorni, consentendo un controllo più diretto sulle scelte pubbliche.
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Negli Stati Uniti l’8 novembre saranno oltre 205 milioni gli abitanti interessati dai risultati dei quesiti referendari sulla scheda di voto. Come spesso accade i temi dibattuti nelle campagne referendarie sono di estrema attualità e toccano questioni scottanti e problemi irrisolti. Anche il voto popolare del 2016 conferma questa regola ma non poteva essere altrimenti visto che gli istituti di democrazia diretta permettono di trattare problemi che la politica rappresentativa ha difficoltà ad affrontare per il timore di perdere consenso o posizioni di rendita.
Egr. Presidente della Prima commissione