
In Italia – e purtroppo anche in Trentino – è sempre più difficile ottenere spazio sui mezzi di informazione per parlare di proposte di riforma democratica, in particolare quando queste vanno a toccare i meccanismi del potere istituzionale. Chi propone strumenti per rafforzare la partecipazione popolare viene spesso ignorato, ridicolizzato o marginalizzato. Di contro, le posizioni più conservatrici e ostili all’evoluzione democratica godono di ampia visibilità: basti citare la recente pubblicazione della lettera di Sabino Cassese sul Corriere della Sera o l’intervista a Giuseppe Conte sul medesimo organo di stampa, favorevole solo a un abbassamento simbolico del quorum al 33%.
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