Negli Stati Uniti, il recall (richiamo degli eletti) è uno strumento di democrazia diretta che consente ai cittadini di rimuovere gli eletti prima della scadenza del mandato. Questo istituto, presente in 19 stati, è utilizzato principalmente a livello locale ma, in alcuni casi, è stato applicato anche per ruoli statali, come quello dei governatori.
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Il potere dei referendum: la voce degli elettori oltre le linee dei partiti

Le recenti elezioni statunitensi del 2024 hanno dimostrato, ancora una volta, l’importanza dei referendum come strumento per esprimere la volontà popolare, anche in netta contrapposizione con le scelte presidenziali o le linee politiche dominanti dei partiti di maggioranza. Come evidenziato nell’articolo di The Intercept “Voters Overwhelmingly Chose to Protect Abortion — Even When They Didn’t Choose Harris“, in molti stati americani gli elettori hanno approvato misure per proteggere i diritti riproduttivi, aumentare il salario minimo o legalizzare le droghe leggere, sfidando le posizioni ufficiali del Partito Repubblicano o Democratico.
Continua a leggereLezioni dal voto negli Stati Uniti: Ballotpedia e le scelte dei cittadini
Nel 2024, sono state certificate 159 misure referendarie a livello statale in 41 stati degli Stati Uniti. Il 5 novembre, gli elettori in 41 stati si sono espressi su 146 di queste proposte, mentre il prossimo 7 dicembre gli elettori della Louisiana voteranno su quattro emendamenti costituzionali. Inoltre, nei primi mesi del 2024, gli elettori di cinque stati hanno deciso su nove proposte referendarie, approvandone cinque e respingendone quattro.
Continua a leggereElection Day 2024 negli Stati Uniti: non solo Presidenza ma anche elezioni locali e referendum
Il prossimo 5 novembre, nel classico Election Day americano, non si voterà solo per eleggere il Presidente degli Stati Uniti d’America. Oltre alla sfida presidenziale, che sembra ridursi alla scelta del meno peggio tra Kamala Harris e Donald Trump in un contesto federale segnato da un degrado istituzionale preoccupante e da eventi al limite del trash, i cittadini americani avranno la possibilità di esprimersi su una miriade di altre questioni e ruoli pubblici che incidono direttamente sulle loro comunità.
Negli USA le elezioni non riguardano solo la Presidenza: si voterà anche per rinnovare i componenti del Congresso, eleggere amministratori locali, membri di consigli scolastici, autorità e parlamentari statali, e per decidere su una serie di iniziative popolari e referendum. Questo vasto sistema permette al cittadino di incidere in modo concreto su temi e progetti che impattano la vita di tutti i giorni, consentendo un controllo più diretto sulle scelte pubbliche.
Continua a leggereElezioni generali USA 2024: come funziona il sistema di voto in California
Martedì 5 novembre 2024, gli Stati Uniti andranno alle urne per le elezioni generali, un evento che coinvolge ogni stato, ciascuno con proprie regole e procedure elettorali. In California, la disciplina elettorale è definita dal California Electoral Code (nell’immagine il materiale di voto inoltrato all’elettore californiano).
Continua a leggerePubblicato il rapporto «Stato della democrazia diretta 2024»
Clara Egger dell’Erasmus University di Rotterdam e Raul Magni-Berton dell’Università Cattolica di Lilla, in qualità di nuovi direttori scientifici del Direct Democracy Navigator, con il patrocinio di Democracy International e della Swiss Democracy Foundation hanno lanciato l’idea di un rapporto annuale sullo stato della democrazia diretta. Partendo dalla serie storica dei cambiamenti del quadro regolatorio e dalle pratiche più virtuose della democrazia diretta, l’obiettivo del rapporto è quello di trasmettere notizie con carattere di periodicità su un fenomeno di partecipazione democratica che viene mal digerito da chi vuole tenere salde le redini del comando sui cittadini.
Continua a leggereL’election day negli USA è sempre anche un referendum day
Martedì scorso 5 novembre è stato giorno di elezioni negli USA. Tutte le notizie che arrivano sui giornali o in televisione in Italia riguardano le eventuali elezioni di governatori dei vari stati, come se quella fosse l’unica cosa che si vota, o al massimo anche per i legislativi statali e qualche sindaco. Ma nell’election day si votano anche i referendum, sia statali che cittadini. Che poi New York ha praticamente lo stesso numero di abitanti della Lombardia (di gran lunga la maggiore regione in Italia) e un PIL maggiore. In questa tornata ovviamente se ne sono votati parecchi, e molti interessanti. Ma ne vorrei evidenziare un paio di significativi. Continua a leggere
Referendum su tutto? Perché si.

Nella trasmissione Italia sotto inchiesta del due ottobre, condotta dalla giornalista Emanuela Falcetti si parla di: “voglia di autonomia anche in Italia” con riferimento ai referenda che si svolgeranno in Lombardia e in Veneto il 22 ottobre. Ospiti Andrea Carli de Il Sole24ore e Michele Ainis Costituzionalista e docente universitario. Continua a leggere
We the people, il portale delle petizioni online della Presidenza degli Stati Uniti d’America
Nel 2011 il Presidente Barack Obama lanciava l’applicazione di petizioni online We the People. Da quel momento sono passati 5 anni e sono state lanciate mezzo milione di petizioni che hanno raccolto oltre 40 milioni di firme producendo centinaia di risposte. Continua a leggere
Elezioni presidenziali e referendum: il caso californiano
La fase finale delle elezioni generali americane è iniziata nelle prime settimane di ottobre con l’invio del materiale per esercitare il voto per corrispondenza e terminerà fra poche ore con l’Election Day dell’8 novembre. Gli elettori di una serie di stati che sommano 205 milioni di abitanti non hanno solo il compito (ingrato?) di scegliere il presidente più potente del mondo ma anche di partecipare direttamente a processi decisionali inerenti un’ampia gamma di questioni locali che si concluderanno con una validazione dei voti a quorum zero e dall’esito vincolante. Tra di loro ci sono anche gli elettori californiani, ultimi ad assistere alla chiusura delle urne insieme ai resididenti in Alaska e nelle Hawaii. Continua a leggere
Stati Uniti. Curiosità e statistiche sul voto referendario dell’8 novembre
Negli Stati Uniti l’8 novembre saranno oltre 205 milioni gli abitanti interessati dai risultati dei quesiti referendari sulla scheda di voto. Come spesso accade i temi dibattuti nelle campagne referendarie sono di estrema attualità e toccano questioni scottanti e problemi irrisolti. Anche il voto popolare del 2016 conferma questa regola ma non poteva essere altrimenti visto che gli istituti di democrazia diretta permettono di trattare problemi che la politica rappresentativa ha difficoltà ad affrontare per il timore di perdere consenso o posizioni di rendita. Continua a leggere
Stati Uniti d’America: non solo elezioni presidenziali, al voto anche decine di iniziative popolari
Martedì 8 novembre 2016 i cittadini statunitensi non sono chiamati alle urne solo per scegliere il presidente degli USA e una parte dei rappresentanti del Congresso, delle assemblee degli stati della confederazione, dei consigli locali, dei centri per la salute, dei community college e di altre autorità locali. Nel 2016, in ben 35 stati, sono state infatti convocate 165 votazioni referendarie. Otto votazioni popolari si sono svolte nella prima parte dell’anno, spesso in coincidenza delle primarie per la selezione dei candidati al round finale, mentre le altre 157 si svolgeranno in coincidenza delle elezioni presidenziali dell’8 novembre. (Immagine da Ballotpedia.org) Continua a leggere
Le risposte al quiz sulla democrazia diretta in Italia e nel mondo
Più di 70 cittadini hanno partecipato al quiz sulla democrazia diretta somministrato nel corso del Festival dell’Economia e che vedrà l’assegnazione di alcune copie delle seguenti pubblicazioni: “La democrazia diretta vista da vicino” di Leonello Zaquini e “E tu cosa sei disposto a fare? – I testimoni per viaggiare nella Repubblica”.
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Riflessioni sull’introduzione dell’imposta di soggiorno
Prendendo spunto dalla posizione pubblica espressa dall’Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento che si lamenta per l’introduzione dell’imposta di soggiorno, il comitato Più Democrazia in Trentino coglie l’occasione per informare la cittadinanza e tutte le associazioni di categoria che il disegno di legge di iniziativa popopolare 1/XV in materia di democrazia diretta è attualmente in discussione in prima commissione. Continua a leggere
Election day negli Stati Uniti d’America: a San Francisco gli elettori votano la tassa sulle bevande zuccherate
Il 4 novembre negli Stati Uniti non ci sarà solo una tornata per l’elezione di governatori, segretari di stato, tesorieri, procuratori, giudici e membri del Congresso, dei parlamenti statali e di altre autorità. A livello statale avranno luogo anche 146 votazioni popolari su una vasta gamma di temi che vanno dall’aborto al divieto di possesso di armi da fuoco, dai permessi parentali alle tasse o dal salario orario minimo ai diritti politici. A quelle statali si aggiungeranno inoltre migliaia di votazioni su iniziative popolari e referendum confermativi in città e contee di tutta la nazione. Continua a leggere
Lettera al Corriere – Costi della politica e democrazia diretta. Il caso californiano.
(lettera inviata domenica 6 luglio in risposta all’editoriale del prof. Toniatti (immagine sotto) e pubblicata martedì 8 luglio)
Egregio direttore
Il puntuale ed opportuno richiamo del professor Roberto Toniatti al 27° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America ci permette di interpretare la vicenda dei vitalizi con parametri oggettivi e non sull’onda della demagogia. Il punto qualificante sostenuto da Toniatti è che, negli USA, una norma costituzionale recita espressamente che i politici non possono determinare il proprio compenso e che ogni variazione debba essere approvata dalla legislazione successiva. Ciò ci dimostra che la sobrietà senza controllo non esiste. I Padri fondatori lo sapevano. Poco importa che l’emendamento scritto nel 1790 sia entrato in vigore solo nel 1992. Continua a leggere
Democrazia diretta in California: intervista a Billy Rhyne
L’intervista a Billy Rhyne fa seguito a quella pubblicata nell’aprile scorso e che ha avuto come interlocutore Ira Johnston. Le risposte di Billy ci portano ad avvalorare ulteriormente le considerazioni in quell’occasione.
Direct democracy in California (II Part) – Interview with Billy Rhyne
Billy Rhyne is a landscape architect with over 15 years of experience at Bay Area landscape design firms. He has worked on a diverse range of projects and has a thorough knowledge of the process of turning a piece of land into a beautifully landscaped space.
He grew up in Tennesse, and moved out to California about 20 years ago. Now living in the County of Alameda, He is a regular participant in the voting process though mail in ballots and subscribes to various political journals to keep himself informed. Continua a leggere
Ira Johnson: i diritti popolari in California
Nel novembre 2012 mi recai a San Francisco per un viaggio di lavoro. In occasione di una festa organizzata dall’amico Greg Delaune conobbi Ira Johnston, uno fra i tanti californiani che il 6 novembre si recarono alle urne per eleggere il Presidente degli Stati Uniti d’America ed esprimere una preferenza sui numerosi quesiti referendari.
Ira è un architetto paesaggista con un’esperienza pluriennale in progetti di sviluppo residenziale a ridotto impatto ambientale. Afro-americano nato negli anni ’60, è cresciuto in un clima di entusiasmo generato dalle lotte che gli hanno concesso non solo il diritto di voto ma anche quello di partecipare pienamente alla vita democratica americana. Continua a leggere
Pritani, Gran Giurì e cittadini estratti a sorte
Uno degli istituti più innovativi che abbiamo previsto nella nostra proposta di legge di iniziativa popolare è quello dei pritani. Un gruppo di cittadini estratti a sorte, 19 nella nostra proposta, che possono esprimersi su un problema concreto tramite la proposta di un atto consiliare, per esempio un progetto di legge o una interrogazione, o giuntale, quale per esempio una delibera. Continua a leggere
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America e i referendum
In questi giorni siamo sommersi dalle notizie sull’andamento delle campagne elettorali di Obama e Romney per la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America. Per la verità vi sono altri quattro candidati, ma non hanno nessuna speranza.
Meno noto, al di fuori degli Stati Uniti, è che il martedì elettorale del 6 novembre non sarà solo per la presidenza, ma per molte altre cariche federali e statali, visto che gli americani non usano sprecare soldi come da noi. Si voterà per esempio per il rinnovo della Camera del Rappresentanti, un terzo del Senato (33 su 100), undici governatori di stati e due di territori (Samoa Americane e Portorico), i parlamenti di molti stati federali, e in taluni casi anche per altre cariche elettive, da segretario di stato a giudice di corte suprema o direttore del distretto scolastico. Continua a leggere




